La digital transformation comporta un cambiamento di leadership, un modo di pensare diverso, nuovi modelli di business ed un maggiore utilizzo della tecnologia per migliorare l’esperienza dei dipendenti, dei clienti, dei fornitori, dei partner e di tutte le parti interessate dell’organizzazione
Dobbiamo imparare a considerare la digital trasformation un cambiamento che non ha a che vedere solo con business, produzione e strategia, ma che esiste grazie e attraverso una risorsa sempre più spesso insostituibile: le persone.
E le persone non possono esimersi dall’aderire al cambiamento che riguarda il mondo.
Anzi devono cavalcare il cambiamento ed esserne protagoniste per avere maggiore potenziale nella capacità di rispondere alle sfide future.
Oggi parliamo di Digital Transformation con l’Assistant Project Manager del progetto V.O.I.C.E FIRST Salvatore D’Allura
La Digital Transformation rappresenta davvero il volano per il cambiamento della società di oggi?
La Digital Transformation è già stata un acceleratore per il cambiamento della società, del modo di interagire, della velocità di informarsi e d scambiarsi informazioni.
Ci sono state ondate di innovazione talmente rapide e disruptive da non poter essere previste né controllate: dall’avvento dei social media agli strumenti collaborativi che oggi permettono alle aziende di avere siti lavorativi decentralizzati all’estremo, in cui ogni singola postazione di lavoro ha una posizione geografica differente.
Quale è il rischio e l’opportunità più grande che possono verificarsi?
I rischi della trasformazione digitale si sono oramai in buona parte manifestati. Una quantità di informazioni personali sempre maggiore è dematerializzata e salvata nel cloud.
Ciò rende sempre più devastanti, in termini di impatto, gli attacchi informatici.
La nostra privacy è oramai affidata ciecamente ad aziende private.
Tutto questo non deve spaventarci e farci rinunciare ad intraprendere il percorso della trasformazione digitale.
Deve invece essere un’opportunità per migliorare la gestione consapevole della sicurezza, del corredo normativo relativo alla privacy e alla gestione dei dati.
Ora dobbiamo imparare a incanalare l’innovazione verso il progresso, quello intelligente e senza secondi fini che va a beneficio di tutti e migliora la qualità della vita.
Credi che si debba parlare innanzitutto di un cambiamento culturale?
Il cambiamento fa oramai parte della nostra quotidianità.
Se per esempio 10 anni fa una procedura lavorativa veniva modificata ogni due o tre anni, oggi si cerca l’ottimizzazione continua e le procedure cambiano ogni mese.
Cambiare e imparare a farlo fa esso stesso parte del lavoro quotidiano.
Come si concilia nei fatti la tua attività nel percorso Digital Transformation?
Ho la fortuna di essere in prima linea nella creazione della trasformazione digitale in Teleperformance.
Molte delle trasformazioni in corso nascono dalle idee che io e il mio team abbiamo e che progettiamo e realizziamo con le nostre mani.
E’ un lavoro estremamente stimolante, sempre nuovo e appagante perché è utile a migliorare la qualità del lavoro di tanti colleghi.
Un sogno “Digital” nel cassetto?
Da ragazzino avevo un sacco di sogni “Digital” all’epoca tecnologicamente proibitivi:
un esempio per tutti: avrei voluto realizzare una piattaforma che permettesse di passeggiare virtualmente nelle le città di tutto il mondo, in una replica digitale fedele alla realtà. Lo ha fatto Google con Google Maps e Street View.
Di esempi analoghi ne ho tantissimi. Qualcuno ha realizzato quello che io avevo sognato.
La cosa che può stupire è che ciò non mi ha mai causato senso di frustrazione. “Avrei potuto farlo io” è un pensiero che non mi è mai passato per la testa in questi casi.
E questo è possibile quando la Trasformazione Digitale diventa progresso: è di tutti e ne beneficiano tutti, io per primo.